Qui di seguito alcune delle novità:
– previste tre aliquote irpef 23%/35%/43%;
– innalzamento della compatibilità col regime forfettario del reddito di lavoro dipendente conseguito nel 2024, che passa da 30.000 € a 35.000 €, ma solo per il 2025;
– cripto attività: imposta sostitutiva sulle plusvalenze fissata nel 26% per il 2025 e 33% per il 2026, con possibilità di “regolarizzarle” pagando entro il 30/11/2025 un’imposta sostitutiva del 18%;
– rivalutazione terreni e partecipazioni: ormai a regime con pagamento di imposta sostitutiva del 18%;
– assegnazione agevolata di beni mobili e immobili ai soci;
– estromissione dell’immobile di imprenditore individuale;
– tetto alle detrazioni edilizie (e detrazioni per interessi mutui e premi assicurativi stipulati dal 2025) per redditi superiori a 75.000 € e 100.000 €;
– accertarsi con i tecnici dei registratori di cassa che siano sempre collegati ai mezzi di pagamento elettronici;
– spese di vitto/alloggio e trasporto in occasione di trasferte sostenute e rimborsate ai dipendenti o autonomi: dovranno essere pagate in modo tracciabile altrimenti saranno tassate e indeducibili;
– bonus elettrodomestici: 30% del costo con il tetto di 100 €;
– riduzione contributiva artigiani e commercianti che aprono partita iva nel 2025, possono chiedere la riduzione del 50% per 36 mesi;
– incremento detrazione per spese di istruzione da 800 € a 1.000 €;
– imposta sostitutiva premi di produttività: tassati al 5% in capo al lavoratore nel limite di 3.000 €, in presenza di accordi sindacali di secondo livello;
– welfare dipendenti/fringe benefit: confermato importo non tassato di 1.000 € (2.000 € con figli a carico) per buoni acquisto dati ai dipendenti o rimborso utenze;
– proroga maxi deduzione dipendenti: i datori di lavoro potranno anche nel 2025/2026 e 2027 spesare il 120% del costo del dipendente in caso di assunzione di lavoratori a tempo indeterminato e contemporaneo incremento occupazionale;
– credito 5.0: credito d’imposta pari al 35/40/45% per investimenti in beni che determinano una riduzione dei consumi energetici;
– credito 4.0: 20% solo su beni materiali con limite investimenti di 2.200.000 €;
– riduzione dell’ires dal 24% al 20% in caso di accantonamento dell’80% degli utili, destinazione del 30% all’acquisto di beni 5.0 o 4.0 e incremento occupazionale;
– PEC amministratori: anche gli amministratori di società dovranno avere una loro PEC.